C’è un
momento, nella vita di molti, in cui restare diventa più doloroso che andare
via.
Un momento in cui, nonostante l'affetto, nonostante l'abitudine, nonostante la
speranza... sentiamo che continuare a restare significa smettere di rispettare
sé stessi.
Questa è la
storia di una scelta difficile, ma necessaria: quella del distacco.
Non è stato
un gesto impulsivo.
Nessuna lite, nessuna rottura drammatica.
Solo la profonda consapevolezza che stavo trascurando i miei bisogni per
mantenere una relazione che, ormai, faceva più male che bene.
Confini personali: una protezione sana, non una
barriera
In
psicologia si parla spesso di confini personali, un concetto centrale
nella regolazione delle relazioni interpersonali.
I confini non sono muri. Sono linee emotive, mentali e a volte fisiche che
proteggono il nostro spazio interiore.
Quando non vengono rispettati, ci sentiamo invasi, sopraffatti, e spesso
perdiamo il contatto con noi stessi.
Allontanarsi,
in certi casi, non è rifiutare l’altro, ma smettere di rifiutare sé
stessi.
Il distacco non è odio, ma consapevolezza
La cultura
del "resistere sempre" ci ha insegnato che l’amore richiede
sacrificio.
Ma raramente ci è stato detto che anche amare sé stessi richiede scelte
coraggiose.
Allontanarsi
può essere un atto d'amore:
🔹 verso sé stessi, per proteggere la propria salute mentale
🔹 verso l'altro, per evitare che il dolore diventi rabbia
🔹 verso la relazione, per lasciare spazio alla guarigione
Puoi amare e allo stesso tempo dire "basta"
Il distacco
consapevole non nasce dall'odio, ma dalla cura.
Dalla volontà di non trasformare il dolore in rancore.
Di chiudere una porta con rispetto, e magari, nel tempo, aprirne altre...
dentro e fuori di sé.
In conclusione
Se ti trovi
in una relazione — affettiva, familiare, lavorativa — in cui senti che i tuoi
confini vengono ignorati, chiediti:
Sto scegliendo me stesso/a?
Mi sto proteggendo?
Ricorda:
mettere dei limiti non ti rende freddo, distante o cattivo.
Ti rende consapevole. Ti rende presente. Ti rende vero.
Hai bisogno di sostegno?
Prenota un colloquio psicologico: Dr. Giuseppe Mirabella
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